Rinvenuto il carico di una nave del IV secolo DC

19.10.2012 14:37

Il mare antistante Caucana restituisce i resti di anfore e pietrame di zavorra. Grazie alla segnalazione di Giuseppe Raimondo importanti ritrovamenti

 

Il nostro mare è uno scrigno prezioso che non abbiamo ancora scoperto del tutto. Durante questa estate a qualche centinaio di metri dalla spiaggia, e per la precisione, di fronte all’insediamento paleocristiano di Caucana, Giuseppe Raimondo aveva segnalato la presenza di frammenti di anfore su un fondale oscillante tra i 4 e i 5 metri, caratterizzato da affioramenti rocciosi misti a pietrame di medie dimensioni su sabbia.

Nicolò Bruno della Soprintendenza del Mare, con il supporto logistico dei soci Maurizio Buggea e Antonio Raimondo del Centro Subacqueo Ibleo Blu Diving di Ragusa, aveva compiuto una ricognizione subacquea nella zona segnalata, recuperando interessante materiale ceramico ed in particolare frammenti di anfore del tipo Spatéion, africane cilindriche e Dressel 23.

Già in quel sopralluogo si intuì la presenza di ulteriori reperti che, data la vicinanza della costa molto frequentata, potevano essere preda di recuperi illeciti. Il 9 agosto si è effettuato un nuovo sopralluogo guidato dal Soprintendente del Mare, Sebastiano Tusa. Nel corso dell’immersione si è individuata un’anfora intera del tipo africana II che è stata recuperata.

In quella occasione si è anche compiuta una ricognizione dell’area recuperando altro materiale anforaceo del tipo già noto. Dalla prima verifica si evince za che il fondale celi la presenza di resti del carico di un relitto databile tra il IV ed il V secolo d.C., di cui affiorano non solo resti anforacei, ma anche pietrame di zavorra. Il relitto era assolutamente sconosciuto. La sua identificazione è stata determinata dall’abbassamento del livello del fondo marino per effetto di mareggiate e correnti.

 

Il sito di Caucana

Il sito dell’antica città di Caucana, cittadina sorta intorno al IV sec. d.C., è stato individuato a pochi chilometri da S. Croce Camerina dove sono stati trovati i resti dell’insediamento, la cui esistenza si è protratta non oltre il VII sec. d.C.. Dovette rappresentare un porto efficiente e dalla modalità di ritrovamento dei reperti e dei luoghi, agli studiosi è sembrato poter rilevare che il sito sia stato abbandonato improvvisamente per motivi sconosciuti, ma tutto fa pensare che le incursioni musulmane, già dilaganti in Sicilia, abbiano rappresentato il vero motivo dell’abbandono.

L’abitato riconoscibile a est di Puntasecca in contrada Anticaglia, di cui una parte è stata perduta per la vicinanza col mare, consta di oltre venticinque edifici, le cui strutture hanno mantenuto una buona conservazione pur non conservando una linearità ordinata, ma anzi creando una certa casualità costruttiva e di sviluppo. Essi, diversificati perfino nella tipologia, si accalcano attorno ad un edificio importante, e sviluppano le loro forme, rettangolari, con vestibolo, con recinti, con terrazzamenti, creando vani, divisioni o rampe senza una organico disegno, ma rispondenti solo alla necessità dei singoli nuclei familiari. Talvolta diversi ambienti si aprono attorno ad un cortile su cui insiste un’abside per cui verrebbe da credere ad una funzione sacra o di ricevimento.

Il più importante edificio è certamente il n. 18 la cui pianta risulta a tre navate di cui quella centrale finisce in abside e con nartece. Il pavimento policromo è formato da ottagoni in cui si osservano volti umani e figure di animali e quadrati con motivi geometrici. Nel nartece sono visibili due sarcofagi e nove tombe a fossa. Nella navata nord sono presenti cinque altre tombe. A ridosso dell’abside e attorno alla chiesa sono visibili altre tombe, ma anche nei lati sono presenti sepolture.

I reperti trovati a Caucana sono rappresentati da oggetti domestici di terracotta, monete, lucerne, che spesso presentano incisi simboli cristiani.

Adiacente all’edificio 18 un altro grande ambiente, classificato come 19, appare formato da un cortile centrale che dà a est e su cui si appoggiano in tre lati altri grandi ambienti, facendone supporre un’attività commerciale o di bazar.

In contrada Pirrera è stato rinvenuto un altro edificio a tre navate come basilica paleocristiana e preceduto da nartece che presenta un pavimento musivo interessante per la simbologia e per i resti di un’iscrizione. I pavimenti decorati sono pure nelle navatelle laterali con motivi geometrici a cerchi e a zig-zag. La navata settentrionale presenta la pavimentazione musiva (che si trova esposta al museo di Ragusa) con motivi di quadrati variamente intersecati a cerchi con raffigurazioni di volatili e pesci. La chiesa che è stata datata alla prima metà del VI sec. d.C. presenta sepolture anche al suo interno.

 

 

Fonti:

archeoplatia.org

telenovaragusa.com